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Intervista per il "Circolo delle Arti"

occhioChi è Luigi Pagano?

Sono principalmente un curiosone della realtà e di tutte le cose interessanti che possono capitare nella vita

Che mestiere fai?

Attualmente pensionato, fino al 2019 impiegato presso Trenitalia (controlli contabili)

Da dove vieni?

Vivo a Napoli città dove sono nato e cresciuto

Come, quando e perché è iniziato il tuo amore per l’arte?

Mi sono accorto di saper disegnare già all’asilo quando i miei disegni venivano mostrati ad altre classi di bimbi come modelli da prendere ad esempio. Mi veniva spontaneo rappresentare ciò che immaginavo per creare storielle e avventure su un foglio. In prima media uno zio mi regalò una confezione di colori a tempera e dopo un pò passai alla pittura a olio. Verso i sedici anni mi invitarono a lavorare sul genere commerciale, in particolare i paesaggi, negli anni settanta c’era una grande richiesta di quadri e ne facevo tantissimi, quattro alla volta utilizzando lo stesso colore per guadagnare tempo, un giorno ne feci 100 fu il mio record personale (misura 30X40).

Quando è cominciata quest’avventura nell’arte?

Appena ho iniziato a lavorare nelle FFSS mi sono reso conto che avrei preferito fare l’artista ma mi è mancato il coraggio di abbandonare il posto fisso. Ho comunque sempre dipinto facendo copie di quadri rinascimentale soddisfacendo saltuarie richieste dei pochi committenti. Per molti anni sono stato distolto dalla mia passione e l’ho ripresa qualche anno prima della pensione.

Cosa hai studiato e dove?

Non ho mai studiato in modo sistematico, tutto mi veniva bene e mi sembrava che non ce ne fosse bisogno. Quando divenni più consapevole, verso i trent’anni, mi resi conto che avrei dovuto fare degli studi più approfonditi sui vari aspetti e elementi di una creazione artistica e mi affidai a qualche testo (Manuale pratico di tecnica pittorica di G.Piva) ma maggiormente agli antichi maestri frequentando il museo della mia città (Pinacoteca di Capodimonte).

Mi sembrava di vedere il procedimento attraverso il quale si realizzavano quei capolavori osservandoli da vicino, anche a pochi centimetri. Sentivo una voce interiore che mi spiegava in che modo l’artista arrivava a quei risultati e mi sembrava di vedere i vari passaggi che portavano all’opera finale. Uscivo dal museo elettrizzato con la mente che osservava il mondo e le persone nei termini pittorici, vedevo linee, volumi, luci e colori come se la realtà fosse un dipinto fatto in modo eccezionale.

Cosa ti ha spinto ad entrare nel mondo dell’arte?

E’ qualcosa di innato, una predisposizione che poi diventa consapevolezza di avere a disposizione uno strumento che permette di poter esprimere dei valori che pur essendo personali e individuali appartengono e sono comuni ad un pubblico molto numeroso.

Qual è stata la lezione più importante che hai imparato?

Essere umile e non esaltarsi in seguito ai successi ottenuti ma imparare dai propri errori e anzi valorizzare gli errori come elemento sia di auto apprendimento sia come elemento comunicante di una visione artistica interiore dove l’inconscio cerca di esprimersi.

 
Come artista, cosa vuoi condividere con il mondo?

Non mi pongo il problema, mi accontento di creare qualcosa che prima di tutto piaccia e soddisfi esteticamente me. Poi, se la creazione lo merita, condividere questo con eventuali appassionati fruitori

Secondo te, da dove viene l’ispirazione?

Penso che l’ispirazione sia un bisogno innato di comunicare e di esprimersi ma che necessita di basi tecniche per manifestarsi e concretizzarsi in una qualunque attività artistica sia essa l’arte pittorica, la musica o la scrittura

Qual è l’elemento iniziale che innesca il processo creativo? E cosa ritieni sia più importante? Il concetto, l’idea espressa, o il risultato estetico e percettivo dell’opera?

In un’opera dovrebbero convergere e fondersi sia l’idea, che il concetto che la modalità con la quale questo viene espresso anche partendo da cose semplici come una natura morta, o un viso fino ad opere complesse con più figure o elementi architettonici

Quale fase dell’arte / creazione ti colpisce di più?

Sia la fase iniziale dove c’è il mistero della creazione dal nulla, sia l’opera compiuta che se fatta bene ripaga in termini di soddisfazione estetica il lavoro e i sacrifici compiuti nel realizzarla

 
 
 
 
 
 
Qual è l’importanza di trasmettere la conoscenza artistica alle nuove generazioni?

Per le giovani generazioni la conoscenza dell’arte è fondamentale per avere uno strumento interpretativo della realtà e dei processi storici in cui viviamo ma nello stesso tempo, come le altre arti è un arricchimento per la mente e della consapevolezza del mondo

Cosa dicono le tue opere? Quali messaggi vogliono comunicare?

Dipingo e disegno per lo più ritratti, visi non necessariamente belli ma sicuramente veri, dei volti che raccontano storie, dei volti che visualizzano intense emozioni vissute e nello stesso tempo ricchi di quegli elementi visivi che rendono piacevole il godimento estetico dell’opera. Il mio concetto di bellezza è la rappresentazione del vero anche se questo appare “normale” o “brutto” secondo i canoni correnti in una società che valorizza al massimo l’apparenza.

Quale messaggio personale vorresti lasciarci?

Ringrazio la redazione e in particolare Alessandro Pedroni per avermi scelto per questa intervista, per me è un onore che le mie opere siano state notate e apprezzate da un Maestro di indubbia capacità e competenza.

Grazie Luigi Pagano

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