Luce improvvisa e crolloPoesie

Luce improvvisa e crollo

Luce improvvisa e crollo


La testa………..sento dolore
E’ l’ ora!
Fare! Dire! Agire!
Ma……cosa?
La realtà stringe.
Punge,
mi strangola ,
reprime,
opprime, il fiato mozza.
Strozzo………strozzo!
Aria……aria ….aria!
Via!
Esprimere, scrivere, comporre!
Riporre l’angoscia sul foglio!
Imbroglio!
Separare logica e follia!
Armonia!
Calma! Procedere piano,
Collocare! Analizzare!
Dove? Cosa?
Prima sapere.
Possedere, potere, decidere.
……..indeciso…confuso…mistificato….
……..odiato……..odiato?
Odiare! Aggredire! Ammazzare!
No!
Io voglio vivere, bere, mangiare, leggere dormire, e anche…….amare
Ma …..
…..cosa è sicuro ?
esistere?
Esistere in una certa posizione,
collocazione spazio temporale
il mio posto
posto assegnato,
Alzato, seduto, poi camminare, fermarsi,
dove?.
Dio ha lasciato i fili, vili,
mi scaraventaste dalla scena,
serena la gente osanna
ma è un dramma, tragica recita,
recita la folla, bolla che vuole scoppiare, sognare,
ma è triste il pubblico dolorante,
unico spettatore pagante: io.
E’ stato un incidente passato inosservato
capitato per caso,
agitato mi riguardo il copione,
desolazione,
no calmo, capire e analizzare la mia parte,
anonima comparsa, non importante,
quasi insignificante
nelle schiere dei senza potere,
di disperati, alienati, sfruttati,
basta!
ogni volto che ricordo sconvolge,
la luce sconvolge squarciando d’un tratto….
il primo atto…..
……mi vede sfinito.

Finalmente ho capito?
Devo ripetere, presto, subito, già dubito,
ombre indistinte, finte o immagini vere,
parole fissate su un foglio e
il dubbio crescente inutilmente,
la testa produce,
spengo la luce
basta analizzare,
riposare…
…riposare…
……riposare…….

Breve Saggio sulla Poesia “Luce improvvisa e crollo”

“Luce improvvisa e crollo” è una poesia che si addentra nel tumulto interiore dell’individuo, esaminando il conflitto tra l’azione e l’inerzia, la consapevolezza e la confusione, il desiderio di vivere e la sensazione di essere sopraffatti. Attraverso una struttura in versi liberi e un linguaggio crudo e immediato, l’autore esplora i vari aspetti della condizione umana, rendendo palpabile l’angoscia e l’ansia esistenziale.

Contenuto:

La poesia si apre con un’immagine di dolore fisico e mentale (“La testa………..sento dolore”), seguita da un’immediata invocazione all’azione (“Fare! Dire! Agire!”). Tuttavia, questa chiamata all’azione è subito contraddetta dall’incertezza (“Ma……cosa?”), evidenziando il conflitto interno dell’autore. La realtà è descritta come un’entità oppressiva che “stringe”, “punge” e “reprime”, creando un senso di soffocamento e strangolamento.

L’autore esprime un desiderio urgente di liberarsi da questa morsa attraverso l’espressione artistica (“Esprimere, scrivere, comporre!”), ma subito riconosce l’illusorietà di questa soluzione (“Imbroglio!”). La tensione tra logica e follia viene esplorata, con un desiderio di trovare “Armonia” e “Calma”, ma anche con una consapevolezza della propria indecisione e confusione.

La poesia prosegue con una riflessione sul desiderio umano di “possedere, potere, decidere”, ma l’io lirico si ritrova intrappolato in uno stato di indecisione e confusione, dominato da emozioni intense come odio e amore. Questa oscillazione tra estremi emotivi evidenzia la complessità dell’esperienza umana.

La sezione successiva della poesia esplora la sensazione di esistere in una posizione specifica, con riferimenti a un “posto assegnato” e una vita diretta da forze esterne (“Dio ha lasciato i fili, vili”). La metafora della vita come una recita tragica, con l’io lirico come unico spettatore pagante, sottolinea la sensazione di alienazione e insignificanza. La descrizione di se stesso come una “anonima comparsa” tra i “disperati, alienati, sfruttati” accentua questa percezione di marginalizzazione.

Il climax della poesia arriva con una “luce sconvolgente” che squarcia il primo atto, lasciando l’io lirico sfinito e in uno stato di dubbi crescenti. La conclusione della poesia vede l’io lirico che decide di “spengo la luce”, rinunciando all’analisi e scegliendo il riposo. Questo passaggio finale suggerisce una tregua temporanea nella lotta interiore, un momento di sollievo dalla costante introspezione.

Forma:

La struttura in versi liberi della poesia riflette la natura frammentata e tumultuosa dei pensieri dell’autore. L’assenza di rime e schemi metrici definiti contribuisce a creare un senso di disordine e caos, perfettamente in linea con il contenuto emotivo del testo. La punteggiatura irregolare e le ripetizioni enfatizzano l’urgenza e l’intensità delle emozioni espresse.

L’uso di immagini vivide e metafore potenti, come il “cappio della disperazione” e la “recita tragica”, arricchisce il testo di significati profondi e complessi. L’alternanza tra azioni impulsive e riflessioni profonde crea una dinamica che mantiene il lettore coinvolto e attento.

Conclusione:

“Luce improvvisa e crollo” è una poesia che offre una riflessione intensa e complessa sulla condizione umana, esplorando la lotta tra l’azione e l’inerzia, la consapevolezza e la confusione. Attraverso una struttura libera e un linguaggio crudo e immediato, l’autore cattura l’essenza dell’angoscia esistenziale e della ricerca di significato. La poesia rappresenta un viaggio emotivo e intellettuale, una lotta costante per trovare un equilibrio tra la realtà opprimente e il desiderio di vivere pienamente. La scelta finale di spegnere la luce e riposare suggerisce una tregua temporanea, un momento di sollievo dalla continua introspezione e dal conflitto interiore.

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